giovedì 13 maggio 2010

Polvere di stelle 1

Ricevo e pubblico

Ci trovavamo, io e il generale Brex, al solito, come ogni giornata stellare, davanti all'Ultrix, ultimo dei gloriosi mainframe della federazione galattica. Accanto a noi, ligi al dovere i due nutroidi Baskix e Minni, analizzavano lo spazio stellare avanti a noi. Tutto ad un tratto, vedendoci impegnati arriva l’ufficiale Dragon a fare il suo rapporto sui danni riportati dalla nave.
Necessitava di un emulatore C.G.A. (Complex Galactic Advanced) per riparare i circuiti positronici monitorizzanti. Gli suggerimmo di rivolgersi al capo ingegneri Lexandron, l’uomo che era in grado a partire da una scatola di fiammiferi di costruire un braccio meccanico controllato da microprocessore. A questo punto, stanco per il suo duro lavoro, il generale Brex, mi lascia solo per l’ennesima volta. A sostituirlo arriva lui, l’incommensurabile, inestinguibile, ed invisibile doctor Jekil.
Era una giornata buia e tempestosa e l’impareggiabile suo umore sovrastava ogni benché minimo sorriso sbocciasse dalle labbra dei membri dell’equipaggio. Era rimasto chiuso nella sua cabina fino a quel momento, ma prima o poi sarebbe dovuto venir fuori e incontrare altre macchine a carbonio. Una nube cupa avvolgeva tutti i corridoi (e porca puttana anche il mio ascensore personale). Non era sufficiente ripararsi neanche sul ponte di comando perché era passato anche lì fumando uno dei suoi puzzo lentissimi sigari (dove li comperava? O da cosa li riciclava? Erano le domande che assillavano l’equipaggio).
In quale punto dello spazio-tempo era possibile nel 4566.354.35 trovare una cosa simile? Si alzò e si avvicinava pericolosamente, ma ritorno subito sul suo pc dell’era umana, approssivamente del XXmo secolo. Chiese chi avrebbe fatto un doppio (con lui? neanche da morto!). Nessuno rispose (ovviamente).
Dragon si aggira con aria circospetta, il suo sogno segreto era quello di fare un doppio con il Dr. J. ma non poteva mostrare questa sua debolezza di fronte agli altri (povero).
-MMMMH. disse CyberCocain, poteva voler dire tutto, ma in realtà si trattava della risoluzione di una funzione gamma di 8vo grado della scala Piciu. Dopo quell’immane lavoro iniziò a ridere (non capiva come noi pseudo-umani potessimo stupirci di fronte ad un così fulgido esempio di potenza e fantasia matematica).
-SIETE MATTI. Boffonchiò CHR13.
Dr J. girava per l’astronave con le mani in tasca convinto di dover battere qualcuno a qualcosa (in realtà i matti non eravamo noi). Vederlo camminare era sempre una cosa comica, con quelle spalle larghe… Ma ecco che improvvisamente arriva per qualche millesimo di secondo al nostro posto di comando presieduto da me e Cyber, niente da fare non ho visto di chi si trattava.
-Che cos’è 456.354.35? Domandò BXXXX. Si trattava di un povero tossico, finito chissà come e chissà perché in mezzo a noi, assorbiva una strana sostanza sintetizzata da molecole di cellule umane di Neve vissute anche loro nel XXmo secolo come il pc di Dr. J. Il viaggio nel tempo era stato veramente impegnativo per le nostre povere menti e ognuno cercava di fare quello che poteva per salvare i propri neuroni celebrali.
Dragon:
-Verza mi presti il dischetto per favore?
-Verza mi presti il dischetto per favore?
-Verza mi presti il dischetto per favore?
-Verza mi presti il dischetto per favore?
-Verza mi presti il dischetto per favore?
Aspettai che si fermasse, ma niente riusciva a farlo desistere, così tentai di interromperlo, ma alla fine gli disinserii in circuiti analogico-vocali, forse era il caso di sostituirli, erano abbastanza vecchi.
-Verza posso cancellare il virus?
Chi cazzo gli ha rimontato i circuiti?
Breskin:-DIECIMILAAAAA !!! Saltò in piedi sulla sedia, Baskix rimase sconvolto da quella notizia e ritornò a lavorare solertemente alla costruzione di una nuova struttura (un record).
Cane 8 si avvicinò a noi ma lo cacciammo a calci, non pestavamo merde, noi.
Ritornò Asterix, non disse niente, era troppo incazzato dai libri delle mie memorie belliche e interstellari, ad un certo punto esplose: - Due libri scrivi?